Cos’è la bellezza? Domanda che ha attraversato i secoli, i gusti, le mode, i modelli di riferimento. Concetto caratterizzato da un inevitabile “relativismo” che ancora oggi si ripropone, inesauribile ed attuale, sfidando le diverse discipline che, in forma immediata o indiretta, con esso si confrontano. Tra queste certamente anche il diritto dell’arte e del patrimonio culturale.
Dopo quel passaggio epocale datato anni ’60, che superò il riconoscimento del patrimonio culturale in base ad un mero criterio estetico in favore di quello storicistico, l’attuale nozione di «bene culturale» contiene certamente un valore di bellezza ma dalla natura assai speciale, da ricercarsi proprio nel suo legame con la persona, con la comunità, con i luoghi, con la cultura. Ma la cultura è un processo dinamico, in continua evoluzione, come la ricerca storica, storico artistica e le altre scienze umane, pertanto il patrimonio culturale, che ad essa si riferisce anche nella nozione giuridica accolta dal legislatore nazionale (d.lgs. 42/2004 s.m.i.), richiede di essere continuamente «ri-significato» (A. Biscaldi) perché possa risultare attuale e comprensibile oggi, in un’ottica di «tutela» e di «valorizzazione».
Per il giurista comprendere questo elemento significa non solo trarne spunti di riflessione sociologica, antropologica specialmente, ma anche individuare una valida guida ermeneutica dell’intero impianto normativo in materia di beni culturali nel nostro Ordinamento giuridico.
Infinito e impossibile l’inventario di situazioni, legate al tema in oggetto, che potrebbero riguardare il diritto dell’arte. Si pensi al collezionismo: la bellezza è il più delle volte uno degli ingredienti della scelta di chi desidera acquistare una nuova opera. Di fronte ad essa avviene una sorta di attrazione che sbrigativamente potremmo definire emotiva, sentimentale ma che il più delle volte diventa anche, in modi e tempi diversi e imprevedibili, un profondo desiderio di conoscenza, di approfondimento, di curiosità intellettuale. Una volta ancora una bellezza dalla natura e vocazione particolari.
E quando si mettono a confronto il Bello (del patrimonio culturale) e il Giusto? Si è provato ad indagarlo, contestualizzandolo in spazi e tempi specifici, in un volume dal titolo Il bello e il giusto. Sulla tutela del patrimonio culturale e la sua fragilità, pubblicato di recente per San Paolo editore. Nel libro, opera di A. Biscaldi, C. Marzagalli, A. Palomba, V. Piglionica, L. Salvemini, T. Zanetti, diritto e antropologia dialogano sul tema esaminando casi giudiziari, proponendo testimonianze autorevoli, riflessioni dottrinali, soluzioni innovative elaborate dalla scienza giuspenalistica.
dott.ssa Tiziana Zanetti
Scheda libro: Il bello e il giusto – San Paolo Edizioni